Un centinaio di persone si sono date appuntamento alla panchina rossa di corso Italia per dire no alla violenza contro le donne. Nella serata di ieri, venerdì 22 novembre, anche la città di Bovisio Masciago ha voluto prendere posizione su un tema che continua a essere purtroppo di attualità. “Essere qui è importante – ha affermato il sindaco Giovanni Sartori -, perché dimostra la sensibilità della nostra collettività di fronte a questo problema. Camminare dalla panchina di corso Italia fino al municipio non è un gesto insignificante: ci porta dal luogo in cui è stato commesso un femminicidio sei anni fa, ovvero l’uccisione di Valeria Bufo per mano del marito, fino alla sede del luogo istituzionale per eccellenza. Il Comune c’è, la comunità ha dimostrato di esserci con la sua presenza e in tutte le sue componenti: la scuola, la parrocchia, le associazioni, singoli cittadini. A tutte le donne vittime di violenza dico sempre di denunciare. C’è una realtà pronta a sostenerle. Non sono sole”.
Mariano Delle Cave, presidente del consiglio di istituto, ha invitato i presenti a non considerare questa iniziativa alla stregua di un giorno del ricordo, bensì di considerare quanto questa camminata simbolica sia per un giorno dell’educazione. “Oggi – ha commentato – tanti commettono violenza tra le mura domestiche e non sono nemmeno in grado di discernere cosa è bene e cosa è male. Questo è preoccupante. Ognuno di noi, ma anche la scuola e le istituzioni, devono fare la loro parte”.
Raffaella Damonte, vicepresidente dell’associazione Germoglio Viola, ha ricordato qual è oggi la difficile situazione delle donne, quanto sono numerosi i casi di violenza. E ha auspicato che chi governa sia in grado di intervenire con i giusti provvedimenti per invertire la rotta e per tutelare tutte le persone.
Alla camminata era presente anche un ospite d’eccezione: Stefano Truzzi, figlio di Valeria Bufo, la donna assassinata in corso Italia. “Ringrazio tutti i presenti – ha dichiarato -, a mio avviso qualcosa negli anni sta cambiando. Sei anni fa non c’era di sicuro la sensibilità di oggi. La violenza contro le donne non era al centro dell’attenzione generale. Oggi sono nati i centri antiviolenza, un numero telefonico specifico, interventi normativi, modalità operative. C’è ancora tanto da fare. Per questo vado nelle scuole e per questo sono contento di vedere qui ogni volta anche i bambini. Il nostro impegno è per loro e per costruire un domani migliore”.